venerdì 15 luglio 2016

La haine




Che l'orrore possa non spegnere mai i vostri sorrisi e turbare i vostri sonni. Che la follia che sta schiacciando i nostri cuori possa terminare prima che dobbiate muovere i primi passi da soli in questo mondo che oggi, una volta ancora, assomiglia più ad un terribile videogioco di morte che alla realtà che noi genitori sogniamo per voi. 
Che io possa essere in grado di proteggervi dalla crudeltà e dall'odio, sia di quelli che compiono queste vomitevoli azioni, sia di coloro che approfitteranno per aggiungere ignoranza e odio a quanto già presente negli atti ignomignosi che oggi hanno colpito Nizza. Stanotte non dormirò tranquilla sapendo di avervi messi al mondo in un periodo così buio.

Vi amo
La Mamma

martedì 17 maggio 2016

Rebecca Demetra

Essere mamma una seconda volta...
Se ci penso che quattro anni fa sembrava un sogno proibito. E invece eccoci qui, tu nella cullina a fare la nanna e tuo fratello davanti a Masha e Orso con tosse e raffreddore. E io a ritagliarmi questi minuti per ripercorrere la strada che ci ha portati a te.



Mi ricordo che da subito ho pensato che fossi femmina. I sintomi erano molto diversi da quelli che avevo avuto con AleLeo (per il quale sentivo che fosse maschio dall'inizio) e poi non so.  Ogni volta che dicevo "il bimbo" dentro di me sorgeva spontanea una domanda: "Perchè parlo al maschile?".
Ricordo anche che il primo nome che ho pensato per te era Diletta, la figlia tanto desiderata. Poi abbiamo cambiato idea. Dovevi essere solo Demetra ad un certo punto, ma un'eco in 3D ha rivelato una sirenetta sorridente e quel nome così importante e adulto non somigliava a quell'immagine sbarazzina. (Avessi saputo che saresti somigliata ad una nonnina appena nata...)
Ricordo quel week end romantico con papà e i giochi che ci hanno portati a scegliere il tuo nome. Dalla lista iniziale abbiamo tolto due nomi a testa, poi salvati due nomi a testa e così via fino ad arrivare a cinque. A quei cinque (Olivia, Morgana, Sveva, Rebecca, Demetra) abbiamo dato un punteggio da uno a cinque per il significato, il suono con il cognome, il diminutivo (Becca come la figlia di Hank Moody), il carattere che rispecchiava secondo noi e il gusto personale. Non c'è stata gara e tu hai cominciato a rispondere in maniera chiarissima ad ogni nostro richiamo con quello che sarebbe stato il tuo nome definitivo.
Ricordo una gravidanza abbastanza faticosa, tra il solito diabete gestazionale, la sciatica, la pubalgia, le contrazioni e soprattutto il maledetto odioso reflusso che mi ha condannato ad un ultimo mese terribile.
E poi soprattutto i tuoi movimenti, percepiti così presto, non mi hanno mai abbandonata, forti e costanti. Il singhiozzo della sera che hai tuttora anche fuori dalla mia pancia. Quanta voglia avevo di conoscerti e di vederti. L'idea che potessi o no assomigliare a tuo fratello aumentava la mia curiosità.
E dopo tutto il tempo passato a viverci da dentro, è finalmente arrivato il momento di dare sfogo ai sensi in attesa.
Sei nata dopo un travaglio tutto sommato veloce, due ore di contrazioni relativamente sopportabili in cui la mamma ha fatto la buffona come suo solito, un'ora più complessa al termine della quale ho avuto davvero paura di non essere abbastanza forte da darti alla luce e poi, grazie all'ostetrica Ida, che non ha permesso ai miei timori di realizzarsi e a me di crollare (e alle mani di papà che si sono lasciate torturare volentieri dalle mie) dopo tre spinte la tua testa è uscita da me, rimanendo impegnata per qualche secondo, donandoti un colorito cianotico che ha tanto spaventato tuo padre.




Poi sei venuta alla luce.
E hai pianto. Terrorizzandomi.
Quando è nato tuo fratello aveva gli occhi aperti spalancati e mi guardava. Non ha fatto un fiato. Ed è stato un neonato gestibile e tranquillo.
Tu sei nata con gli occhi chiusi, il viso incazzato e urla belluine (le stesse che ho prodotto io durante la fase finale del parto). Ho pensato "non dormirò mai più" . Invece poi abbiamo fatto conoscenza e ti sei rivelata persino più serena del tuo fratellino. Due ore pelle a pelle, con te che scoprivi il mio odore e la mia consistenza e io che studiavo i tuoi lineamenti e godevo del tuo calore.


Quando è arrivata l'ora di uscire dalla sala parto abbiamo chiesto di aspettare l'arrivo di AleLeo che nonna Tony era andata a prendere. Ci tenevo che loro due ci fossero a vederti. Credo che saranno senza dubbio tra le persone più importanti della tua vita. Ma non mi aspettavo che le infermiere (complice il fatto che non c'era altra partoriente) facessero entrare il tuo fratellino che ci è corso incontro nel corridoio sbatacchiando un mazzo di fiori a gambo lungo che non sono arrivati proprio integri all'incontro con me, che sono stata subito sgridata per averlo preso in braccio (pare che si possa svenire dopo aver partorito... hhihihih).

Siamo usciti così a farci conoscere dal mondo, come una famiglia. Noi quattro.

E una volta arrivati in camera sei stata buonissima e hai riposato dandomi il tempo di coccolare il tuo fratellino e leggergli il libro che "tu gli hai regalato".
Il tuo fratellino che ora ti da il ciuccio quando piangi, che mi chiede di dirti di guardarlo, che vuole sapere quando sarai abbastanza grande per giocare con lui, che è curioso di vedere la tua cacca, che ti apostrofa con "non si sente niente!" quando piangi troppo forte, che mi esorta a darti "la puppa" per calmarti, che dice di te "la mia sorellina" e che ti sussurra "ti amo tanto Rebecca".




E' già passato un mese e mezzo ormai e tu non arrivi ancora a 4 kg, ma già il tempo mi sfugge di mano, so che domani sarai grande e adolescente e discuteremo a lungo e così cerco di godermi ogni istante con te.

Sarà un'avventura crescere insieme ed io non vedo l'ora di viverne ogni momento.
Non so se sarò costante nello scrivere di te, ma so che sarò costante nell'amarti, nel baciarti (finchè mi sarà consentito), nell'annusarti e nel conoscerti.

Spero di essere la mamma che meriti.
Grazie per averci scelti.

Con amore
Mamma
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