giovedì 13 febbraio 2014

Perchè mi chiedete di cambiare?

C'è questa roba che mi ribolle dentro da anni, ogni volta che mi riascolto le stesse frasi:

"Se vuoi stare al mondo, ti devi adattare"
"Il mondo è fatto così che ci vuoi fare?"
"Alla fine se ti ostini starai male solo tu"


E io mi chiedo, porca di una troia, ma perchè la vita dev'essere un gioco al ribasso? O meglio, perchè lo deve essere per noi poratchi? Perchè io sono stra sicura che ai livelli "alti" (culturali ma soprattutto economici) col cazzo che a qualcuno si dice di fingere di essere peggio per potersi meglio adattare.

Per spiegarmi meglio, l'evento scatenante di questo momento è il colloquio che ho sostenuto a metà del corso che sto frequentando e che doveva servire per definire meglio le mie aspettative sullo stage finale.
[sono in cassa integrazione e, considerato che fino al 17 gennaio avrei avuto le ore di allattamento e quindi sarebbe stato impossibile essere assunta da chiunque, mi sono buttata in questo corso post-diploma di 900 h di cui 630 di lezione e 270 di stage. Stage che, per quanto mi riguarda DEVE essere uno stage per inserimento e non uno stage di formazione]

Insomma durante questo colloquio le uniche frasi che sono venute fuori sono state:
"Se metti la laurea non puoi chiedere un posto da operaia"
"Se lasci i diplomi artistici vieni scartata per qualsiasi cosa"
"Con questo cv non ti considerano come segretaria, perchè non hai l'esperienza specifica"
"Aggiungi che hai fatto questa mansione anche se non è vero perchè il tuo obiettivo è sederti su quella sedia, poi il resto si vedrà"

Allora, io so che la persona che mi ha fatto questo colloquio è in buona fede e mi vuole aiutare e non sono arrabbiata con lei, ma il fatto è che io sono quella che sono. E anche se ho tanti difetti, lavorativamente sono una cazzo di macchina da guerra. In ogni ruolo che ho svolto ho sempre dato il massimo e ho sempre ottenuto i migliori risultati.

Ma qui si gioca sul fatto di essere CONFORMI.

Mentre sul mio cv c'è che ho fatto il DAMS (anzi no, ho già corretto con Scienze della Formazione, che è un pò meno "ridicolo"), c'è che sono un'artista circense diplomata, c'è che sono un'attrice diplomata, che ho lavorato in teatro. E poi c'è il mio unico lavoro "serio" quello in cui sono stata assunta per fare la commessa part-time 16h e dopo 3 anni ero la responsabile di un settore intero con 10 persone da gestire.

Eppure devo nascondere che ho studiato, devo nascondere che sono una persona passionale, devo nascondere che avevo responsabilità perchè le aziende cercano persone che non sanno pensare con la loro testa.

E allora fingi.

Beh, io che sono un'attrice non so fingere. Non so mentire. Non so essere chi non sono.

Questa cosa mi tormenta da sempre. Perchè bisogna fingere anche con le persone per essere accettate. Perchè questo è un paese dove la diversità è un handicap invece che un'opportunità.

Voglio andare via. Lo so che sarà così dappertutto ma forse c'è qualche posto dove esiste la curiosità verso l'altro, dove non c'è la paura di chi la pensa diversamente da te ma anzi c'è la spinta a discutere e capirsi, pur eventualmente rimanere della propria opinione.

Parlando di figli con un mio compagno di classe, l'unico con cui vado piuttosto d'accordo e un ragazzo dolce e sensibile a cui mi sono affezionata, dicevo che io non ho intenzione di sottoporre AleLeo ai sacramenti poichè noi Ford siamo atei/agnostici e riteniamo non solo che la fede sia qualcosa di completamente diverso dalla religione ma anche che sarà AleLeo se e quando avrà curiosità per il mondo spirituale a chiedere informazioni. E che nel caso cercheremo di spiegargli tutto nella maniera più equilibrata possibile tentando di non influenzarlo fortemente nelle sue eventuali scelte successive.

"E se poi ti viene a chiedere come mai lui non fa la comunione mentre tutti i suoi amici la fanno e fanno anche la festa dopo?"
"Allora gli spiegherò che io e papà non crediamo nella religione e nelle istituzioni religiose ma che esistono varie fedi e che alcune persone quando credono vogliono partecipare ad alcuni eventi per testimoniare ciò che provano"
"Sì ma cosa vuol dire? Comunque lo influenzi così"
"Certo che lo influenzo, è mio figlio. Ma cerco di influenzarlo al pensiero aperto. Esistono tante persone che vivono le cose in maniera diversa e non c'è giusto o sbagliato in questo. Lo sbaglio sta nel giudicare chi fa diversamente da noi senza cercare di capire perchè fanno quello che fanno."
"Va beh ma scusa e all'oratorio? Cioè se lui non può andare all'oratorio? TI SEMBRA NORMALE?"

Ecco.
E io ora sono depressa.

Faccio tutta la fatica del mondo per cercare di essere la migliore possibile quando in realtà mi si chiede di essere come tutti gli altri.

Che noia.
Che barba.
Che barba.
Che noia.

Auguri a me, che ho superato gli anni di Cristo e con questo ormai è sicuro che non diventerò famosa da giovane.

E siccome questo post è una merda o un gatto attaccato ai coglioni ecco AleLeo che così vi ripigliate (se siete arrivati a leggere fino a qui).



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