venerdì 31 marzo 2017

Rebecca Demetra's first year



Buon compleanno Scricciolo, Culo Dritto,
sette kg appena raggiunti di ricciolini matti, sopracciglia aggrottate, urla imperative e risate matte quando ti fa ridere AleLeo. Di facce strofinate l'una contro l'altra, di testa sulla spalla, di sguardi e abbracci in questa esatta sequenza, di fasce e marsupi, di alto contatto ma non troppo, proprio come i gatti, di levatacce e esasperazione, di gambe che non stanno mai mai mai mai mai ferme, soprattutto quando dovrebbero starci, di sorrisi sghembi e preziosi, di Planetes, i fumetti di papà, presi e scopertinati ogni momento del giorno, di capriccetti, di corse verso tuo papà come se fosse l'aria che respiri, di amore e ammirazione per AleLeo (ma anche di "tieni le mani al tuo posto che non ho voglia di essere toccata"), di ciao ciao ciao, di primi tentennanti passi, di piedi che non vogliono le scarpe, di pranzi e cene che sono un tormento per la mia schiena ogni istante piegata per raccogliere oggetti, cibo, stoviglie, tutti lanciati con molto impegno, di balletti entusiasti sulle canzoni di Oceania, di dita negli occhi dei tuoi compagni all'asilo, di passaggi di soprannome da principessa (che detestavo, ma bella e delicata come sei a chi non ti conosce veniva spontaneo) a monella (molto più figo, no?).
Un anno di ricordi, primi bagnetti al mare, prime (e seconde e terze e quarte e quinte) influenze, primi assaggi, primi baci, primi tentativi molto chiari di indipendenza.

Sai Becca, con te ho avuto una maternità più di contatto, tra l'uso della fascia e l'allattamento anche notturno e un pochino più prolungato che con tuo fratello eppure quel legame simbiotico che ho avuto con lui è durato davvero poco e non sai quanto "egoisticamente" mi manchi, nonostante sia molto fiera di te e della curiosità verso il mondo che non sono più solo io, dell'amore che provi per gli uomini di casa e della non necessità che hai della mia presenza.

Mi sento un pò malinconica se ripenso a quei primissimi giorni in ospedale quando eravamo sempre sole, in una stanza senza compagne, con papà che doveva stare tanto con AleLeo. E' stato stupendo conoscerti piano piano, vederti aprire gli occhi per la prima volta, di notte, solo io e te. Attaccarti al seno con serenità (fino all'ittero, maledetto ittero), scoprire ogni tua piega, ogni tua micro ciccetta, ogni tuo dito.

Che poi se ti dico che ti amo sembro stucchevole e considerato quante volte mi fai perdere le staffe chissà se ci crederesti. Però sai, amore mio, io credo che se mi viene da commuovermi ripensando ad ogni tua caratteristica, al tuo neo sullo zigomo sinistro, al piccolo schiarimento della pelle sul ginocchio, al colore caleidoscopico dei tuoi occhi, ai tuoi due dentini sotto e a quello sopra che sta per uscire, al tuo modo di fare la linguaccia, al tuo mammammamma, ai tuoi piedini e alle tue manine, ai vestiti tre/sei mesi che ancora ti vanno. Ecco, se mi commuovo pensandoti, mi sa proprio che è perchè ti amo.
Se no non si spiega.

Come non si spiega come mai quando non riesco a farti addormentare per due ore di notte e sveglio tuo padre per darmi il cambio rimango sveglia a letto aspettando di sentire che finalmente sei rilassata e non piangi più (nel frattempo ovviamente elencando tutti i motivi per cui sono una pessima madre, ca va sans dire).

E quindi te lo dico.
Sono la tua melensa, stucchevole, poco originale madre.
E ti amo

La mamma


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