Un thanks a Ford e uno scusa per non averlo pubblicato prima.
Buon mesiversario amore mio.
La trama (con parole mie): E’ il 29 maggio 2009, siamo a Milano, in un palazzo del Comune dove risuonano strani giri di canzoni, tra Guantanamera e La vie en rose, un matrimonio in ritardo e un altro in anticipo. Ford e Julez, nati come amici inseparabili neanche tre anni prima, tra una sbronza – più di una, a dire il vero – di lui e gli impegni molteplici – Accademia e lavoro, lavoro e Accademia – di lei, si preparano a compiere un passo fondamentale del loro viaggio.
Giusto prima di partire per un altro che sognano da una vita.
E’ curioso mettersi a parlare di un “film” di cui è protagonisti, soprattutto quando si vive ancora, ogni giorno. Ma data la ricorrenza – in qualche modo occorreva festeggiare l’agognato arrivo del suddetto filmino – è divertente tornare con la memoria e una recensione speciale a quel giorno.
Certo, c’è il rammarico di non aver avuto a disposizione una produzione di un certo livello, in grado di seguire entrambi i protagonisti filmando le rispettive preparazioni prima dell’incontro, della cerimonia e della festa, ma del resto una delle cose più intense ed apprezzate – da noi, in primis – del matrimonio è stata certo quella di aver fatto (quasi) tutto da noi e nel modo più pane e salame possibile, quindi, nonostante tutto – e anche perché, ormai, non si può fare altro se non pensare di ripetere la cerimonia affidandosi ai famigerati wedding planners -, trasformeremo quello che abbiamo nel miglior film da matrimonio possibile.
Giusto per mettersi in pari con l’inizio della pellicola – già in Comune, con Julez nell’unico momento di crisi, al suo arrivo e circondata dagli ospiti -, ricordo che le due giornate erano partite al mattino, con Ford uscito di casa presto per una sessione barba – a dire il vero tagliata troppo corta – e capelli da spuntare – ai tempi erano ben oltre le spalle, e il pomeriggio dopo il matrimonio, considerata la temperatura, sono stati più agevolmente raccolti da Julez in una treccia – con il fratello e Julez alle prese con il trucco e parrucca di mamma, testimone e amica nonché officiante della cerimonia incurante della sistemazione del suo.
Così, mentre la sposa impazziva per rimettersi in pari tutta da sola, passato il parrucchiere Ford si dedicava ad un pranzo come di consueto il più sostanzioso possibile con papà e nonno Ford al ristorante cinese di fronte a casa, brindando alla giornata con un paio di sonore sambuche.
Il parallelo tra i protagonisti è interessante, perché simbolo di quello che, durante ogni preparazione matrimoniale, è il rapporto uomo/donna, con lui che avvalla le decisioni della compagna e, in genere, si scampa ogni tipo di impegno giustificato dal fatto che è la compagna stessa a godersi la giornata come una principessa – come è giusto che sia, peraltro -.
E così arriviamo in Comune, all’inizio dell’opera del poco convincente regista selezionato in quanto cameraman della trasmissione cui il fratello Ford lavorava qualche anno prima: le inquadrature indugiano sui protagonisti provocando le reazioni a posteriori di Julez, poco soddisfatta dalle acconciature e dalle imperfezioni della pelle, e danno una carrellata degli invitati, dalla nutritissima schiera di cugini, zii e zie di Julez alla più scarna Ford-famiglia, dai colleghi di lavoro ai vecchi amici più o meno abituati all’idea e ai cambiamenti che, negli anni, hanno mutato i protagonisti della storia.
Durante la cerimonia, tra un pianto – memorabili quelli di mamma e zia della sposa – e una colonna sonora random, la parte del leone è tutta di Julez, che rassicura audience e presenti dichiarando con tutta la sua teatralità che effettivamente, Ford ha detto sì, suscitando ilarità ai presenti e spezzando la tensione che congelava, ad esempio, il Ford fratello, simile a uno 007 nel pieno del momento più delicato della sua missione.
Al termine della cerimonia, tra un applauso e un augurio, spalline di vestiti crollate di fronte all’importanza dell’evento, riso e lotta con stormi di piccioni impazziti, ci si concentra sull’interminabile sessione fotografica, fortunatamente resa meno pesante dal clima paneesalamesco dell’intera brigata, poco reso nella pellicola a seguito di un attacco di autorialismo sfrenato del regista, che decide di riprendere parte dei momenti filtrandoli attraverso la poetica visione dell’acqua delle fontane distanti un paio di chilometri a creare un effetto memorabile. Certo.
Saltata, anche qui con rammarico, la parte fotografica dedicata agli sposi con tanto di partita a calcio balilla e il viaggio degli stessi verso il ristorante – e ancora una volta Julez tiene banco facendo la parte del leone con l’autista, il padre, Ford e la fotografa -, ci ritroviamo nella provincia di Pavia, tensione completamente sciolta, maniche di camicia e prima parte della cena, organizzata attraverso tavoli che richiamano a pellicole più o meno note.
Con l’inizio della cena vera e propria, il regista ha l’unica, vera buona idea di tutto il lavoro: una serie di interviste che vadano a far scoprire al pubblico i protagonisti della giornata attraverso i loro invitati, rivelando al contempo anche qualcosa degli stessi, e regalando momenti magici dettati da euforia e vino già dal principio.
Peccato solo che, dopo l’ottimo inizio dedicato ai colleghi e amici di Julez, nonché ai compagni/e di circo e Accademia, il regista si perda progressivamente per strada dimenticando di intervistare la madre della sposa e dedicando uno spazio sempre minore ai presenti per concentrarsi sulla fotografa, amica della coppia e, con buone probabilità, fantasia sfrenata dell’uomo dietro la macchina da presa, che si dimentica, con il sopraggiungere della notte, l’arrivo della fontana di cioccolato, il brindisi e i canti – si esibiscono Julez, le sue compagne di Accademia, alcuni amici e colleghi che si dilettano nell’arte del canto, e si tenta invano di convincere Ford a fare lo stesso, ma lui, che è un vero duro, rifiuta, stimolando l’apprezzamento del compagno di un’amica di Julez che, in privato, gli dice “Hai fatto bene, un uomo canta per la sua donna solo in privato”- che si tratta del matrimonio di Julez e Ford, e non di Luca che cerca di guadagnarsi una possibilità di portarsi a letto Samira – possibilità, peraltro, più che remota -.
Eppure, nonostante tutto, i nostri si guadagnano lo spazio di un reciproco discorso che commuove parte dei presenti e brindano, per il piacere di Julez, con il classico spumante prima di dedicarsi alla distribuzione delle fantastiche bomboniere confezionate dalla nostra eroina, zuccherini aromatizzati dalla potenza alcolica devastante, confezionati e fabbricati tutti in casa Ford, coloratissimi e prodotti nei seguenti gusti: Anice, Arancia/cannella, Viola/liquirizia, Basilico, Limone/salvia, Rosa/vaniglia, Menta, Agrumi.
A seguito degli assaggi continui Ford si ustionerà l’interno della bocca, ma lascerà felice il ristorante prima che lui, Julez e la madre della sposa vengano fermati dalla polizia all’imbocco dell’autostrada nell’ormai famosa seicento di Julez, scampando miracolosamente ad un controllo approfondito che avrebbe provocato il ritiro della patente della prode Antonella.
Ma sarà solo un piccolo imprevisto prima del meritato ritorno a casa e del giorno seguente, dedicato alla preparazione del viaggio “a quel paese” sponsorizzato da una produzione molto migliore di quella del filmato, quella dei nostri amici, parenti e invitati vari, che ha regalato ai protagonisti il viaggio più importante della loro vita – finora – all’interno DEL viaggio più importante della loro vita.
Peccato che, tutte queste sfumature, il filmino non possa raccontarle.
Ma è per questo che ci siamo qui noi, no!?
MrFord
P. S. Contiamo, comunque, che il montaggio operato dal fratello di Ford possa migliorare la qualità dell’opera, vista finora soltanto nel girato complessivo.
P. P. S. In Australia abbiamo girato qualche spezzone anche noi di quello che potrebbe essere definito “sequel”. Chissà che un giorno non ci si decida a parlare anche di quello.
belliniiiii, io ho visto anche un pezzo del filmino (quello della cerimonia, che avete capito!).
RispondiEliminaGrazie, e anche a te.
RispondiEliminaNon pensavo che, alla fine, l'avresti pubblicato.
Ma è bello tornare a rivivere quel giorno.
Così come ogni altro che passiamo insieme.
Che bello, che bravi! Auguri. Anche per il prossimo viaggio
RispondiEliminaBeh... beh... augurissimi, allora!! :)
RispondiEliminaBello il matrimonio paneesalame; di sicuro più spontaneo e movimentato. ;)
P.S.: Casomai decideste di affidarvi a quel perfezionista/feticista di Enzo Miccio, nascondete il video: non vorrete fargli avere un mancamento?!? ... Eheheh... :P
Intendevo: affidarvi a lui per l'eventuale replica, ovviamente (se non si era capito)... Pardon! ;)
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