Babbo Natale a casa di Scott |
@Polly:grazie della risposta.Capisco il tuo punto di vista,ma non lo condivido:secondo me Babbo Natale non è una presa in giro, come non lo sono le altre fantasticherie che ci si invanta per i bambini, e che a me piacciono un sacco. Credo sia solo un modo per stimolare la fantasia, e che non necessariamente Babbo Natale, o Santa Lucia (che da me è come babbo natale)sono per forza lagati a qualcosa di estremamente commerciale.Io a mia nipote ho sempre raccontato storie di folletti,di gnomi che vivono nel bosco, e cose del genere, e ora che, a 10 anni, fa finta ancora di credere a Babbo Natale, io spero che ci creda ancora davvero e che si svegli il piu'tardi possibile.
Questo mi ha portato alla mente una riflessione che facevo qualche giorno fa: cosa farei con i miei figli (se mai dovessi decidere di averne) nel momento in cui saranno abbastanza grandi da poter conoscere Babbo Natale?
Il commento di Francesca, nonostante vada nella direzione opposta a quella che penso prenderei mi ha fatto finalmente capire come cercherei di affrontare la leggenda del Babbo più famoso del mondo, di fronte a piccoli, ingenui, scassacaxxi, bimbi che mi chiedono "Mamma (ODDIO!), chi è Babbo Natale?"
La questione è che lei ha ragione, quando dice che i bambini devono sognare, ma la questione è che le favole si chiamano favole e i bimbi sanno che non sono vere. Questo non impedisce loro di creare mondi fantastici nelle loro testoline, ma anzi, è proprio il divario tra fantasia e realtà che può permettere a tutte le persone, non solo quelle sotto il metro, di sviluppare un immaginario immenso e colorato.
Ed ecco quello che direi (prendo in prestito le bimbe di Polly, essendo sprovvista di figli miei propri).
Care Carolina, Camilla e Lucia, c'era una volta una multinazionale grande grande che produceva un nettare dolce e frizzante che piaceva a tutte le persone del mondo.
In questa multinazionale, che è un'azienda grande grande, lavoravano tantissime persone.
Al reparto etichettatura c'era, per esempio, Lilian, una ragazza di colore, un pò sfrontata alla quale piaceva tanto vestirsi con fantasie a fiori e che metteva tutti i giorni un bel rossetto rosso acceso.
C'era Joe, un ragazzo texano con stivali da cowboy e grandissimi occhi azzurri. Lui lavorava al reparto imballaggio. A pulire il reparto in cui si produceva il nettare dolce e frizzante c'era Kevin, un ragazzetto poco più che bimbo, al suo primo lavoro.
E poi c'era Scott. Lui lavorava nel settore pubblicitario di quella grande grande azienda. Era un ragazzone grande e grosso dal volto rubicondo, a cui nessuno dava una lira e che non aveva tanti amici nel suo settore.
Un giorno il capo di questa grande grande azienda convocò tutti i lavoratori e disse:
"Il nostro prodotto va fortissimo, ma le vendite calano drasticamente una volta finita l'estate. C'è bisogno di un'idea per far sì che il nostro nettare dolce e frizzante sia sulle tavole di tutti gli americani anche durante il periodo invernale. Qui c'è un'urna dove tutti possono inserire la propria proposta. Domani faremo una seconda riunione e vi dirò quale idea verrà utilizzata per il lancio pubblicitario invernale."
Il direttore della grande grande azienda passò tutta la notte a leggere proposte assurde, come vendere le bottiglie con dei copriorecchie in omaggio, oppure creare una versione calda della bibita in questione, oppure ancora mandare le persone a vendere il prodotto in montagna, oppure prendere un testimonial canadese.
Ad un certo punto, tra i vari fogli inseriti trovò un disegno. Era il disegno di un signore cicciuto, con una folta barba bianca, vestito con i colori ufficiali dell'azienda. Poco sotto il disegno le seguenti frasi:
"Gentile Direttore,
mentre lei parlava mi è venuto in mente mio zio. Zio Percy è un omone grande e grosso come me, con il naso un pò paonazzo e una folta barba bianca (spero che il disegno renda un pochino l'immagine di mio zio Percy e un pò maledico il momento in cui ho lasciato il corso di studi artistici). Mio zio è molto molto ricco e tutti gli anni viene a trovarci per il mio compleanno (che cade la notte di Natale) con tantissimi doni, per me e per tutta la mia famiglia. Arriva con una risata che è tutta sua e somiglia vagamente ad un OH OH OH.
Ho pensato che forse come testimonial potremmo prendere ad esempio lui, con i colori della nostra azienda, ai bambini piacerebbe e forse verrebbe loro voglia di avere una bottiglia con il nostro Babbo Natale (il nome è solo una prima proposta, ci si può poi pensare in seguito) sulla loro tavola.
Spero che possa prendere in considerazione questa mia lettera.
In fede
Scott del reparto pubblicitario"
Il Direttore si presentò il giorno dopo alla riunione entusiasta della proposta di Scott e la presentò a tutti i lavoratori della grande grande azienda. Mise subito in produzione la pubblicità e il nettare dolce e frizzante diventò un simbolo delle feste.
Ma lo diventò anche Babbo Natale e il 24 dicembre tutti i bambini aspettavano il loro beniamino e i suoi regali. Perfino Scott, che in qualche modo l'aveva inventato, cominciò a crederci a tal punto che la sera del suo compleanno, e cioè la notte di Natale, chiedeva alla moglie Lilian, che si era innamorata del brillante pubblicitario, di fare i biscotti per metterli, insieme ad un bicchiere di latte, vicino al camino, per offrire al suo amato Babbo Natale un piccolo dono in cambio del viaggio che lui compiva ogni anno nella sua fantasia per arrivare fino a lui.
Lilian e i bambini si divertivano molto a fare festini notturni per mangiare e bere quel dono di Scott, in modo che al mattino a lui sembrasse vero che il suo amato Babbo Natale avesse fatto un buon viaggio fino a lui.
Ecco, forse risponderei così.
Qui a Vr più che Babbo Natale c'è Santa Lucia, e come ci sono rimasta maleeeeee quando ho scoperto che i regalini e i dolcini li mettevano i miei genitori sul caminetto e non lei.
RispondiEliminaPerò ho taciuto, ehssì che poi sennò i dolcini non me li mettevano più. Credo che ormai lo sappiano della mia scoperta... ma fanno finta di niente.
Grazie al cielo non devo minacciarli con un bazooka per farmi trovare la mattina del 13 dicembre i dolcini sul caminetto. Lo fanno di loro sponte. Adorabili.
ma noooo Juu.. io credo babbo natale.. ci fosse da molto prima della cocacola.. o no???
RispondiEliminain effetti da che ricordo.. c'è sempre stata anche quella... buuuu..
naaa le 'favole' moderne non mi piacciono..
e. ;-)
Ciao Giulia!
RispondiEliminaIo quasi quasi ti chiederei in prestito per quando sarà il momento con la piccoletta.
Geniale! Magari la rivedi un pochino, che ha il divieto assoluto di bere cocacola, chessò conl prosecco? : )
(Mi ha fatto morir dal ridere la tua foto recente del post qui sotto. Ma quanto brutta è???)
@Bianca --> quando vuoi. Mi vendo anche come assistente natatrice, chiedi a Polly. Posso sostiutire la Coca-Cola con il prosecco, ma forse è meglio con il succo d'arancia, che dici? La foto qui sotto è bruttissima! Comunque poverina, quella ragazza ha problemi con il cibo!
RispondiElimina@Emanuelas --> non è la storia VERA di Babbo Natale, è una storia. A me piacciono tutte le favole. E' divertente far scegliere 5 o 6 parole alla persona alla quale verrà raccontata la fiaba e inventare a partire da quelle.
Ti propongo: tartaruga blu, castagna, laghetto, impossibilità, scribacchino e pisello. Fammi sapere cosa viene fuori!
@LaChiari --> anche a Lodi c'è Santa Lucia, questo è il primo anno che conosco questa tradizione, ma se si tratta di dolci non posso che abbracciarla! A partire dall'anno prossimo, visto che quest'anno sono a dieta!
Un post ed una favola bellissimi.
RispondiEliminaMi sembra quasi di essere tornato bambino, e di aspettare il Nachele insieme allo stesso tempo.
Mito o realtà, l'importante è passare una serata che siamo noi a rendere speciale con le persone cui teniamo di più.
Quasi quasi soffi il posto a John Ford, con la fiaba di Babbo Natale!
Eccomi!Bello il racconto, e non è detto che non si possano unire le 2 cose:fantasia e realtà (a parte che c'è anche la storia di S.Claus, che è molto piu'"poetica" forse per i bimbi ripetto a questa!)
RispondiEliminaIo, come ho scritto nel blog di Polly, rispetto la vostra idea, che mi incuriosisce molto, visto che è opposta alla mia, quindi considero questo scambio di battute un grande arricchimento.
Rimango dell'idea che ci sia molta poesia nel lasciare la paglia per l'asinello di S.Lucia, nel preparare i biscotti per Babbo Natale, e nello scrivere le letterine, e credo che quando avrò figli cerchero'di trasmettere le tradizioni che sono cresciute con me e la mia famiglia.
Solo un'ultimo appunto:tu scrivi che i bimbi sanno distinguere la fantasia dalla realtà..sai che non credo sia così?anzi, vedo proprio il passaggio al mondo dei grandi nel momento in cui cominciano a capire che le favole sono solo storie, che non ci sono principesse in un paese lontano, che non esiste babbo natale..
Scusate, ma perché, Babbo Natale non esiste?!?! :S ;P
RispondiElimina@vince, mi stavo chiedendo la stessa cosa...:)
RispondiEliminagrande julez, copio e incollo e...leggo alle pargole! però secondo me per un bambino è molto difficile capire che ci sono interessi commerciali dietro alle cose...io lo sto spiegando ora a mia madre che va per i 48 e lei ha molta difficoltà a metabolizzare questa triste realtà...
Ho in corso col dottor Ross una diatriba tra Babbo Natale e Befana: qui in Toscana la seconda era molto popolare, ma ora non se la fila più nessuno. Comunque, l'altroieri ho portato Superbaby a vedere la casina di Babbo Natale organizzata dal Comune: ero prevenuta (amministrazione di centrodestra) ma non era brutta. SB non si è scucito più di tanto. Ma ce l'ho portato, perché come mi spiegavano le maestre del nido e la mia amica pedagogista, i bambini hanno bisogno di associare il passare del tempo a figure simboliche. Insomma, è una faccenda pratica. E se a disposizione c'è Babbo Natale usiamo quello che passa il convento. Senza però farci bruciare il cervello dalla pubblicità.
RispondiElimina@MammaMaggie --> ho sentito parlare delle case di Babbo Natale, devono essere carinissime! Io non contesto la favola di Babbo Natale, penso solo che non lo spaccerei per realtà. Poi magari divento mamma e racconto che le melanzane sono funghi pur di far mangiare tutto a mio figlio, eh!
RispondiElimina@Polly --> non voleva essere una favola "moralistica", solo una versione fantastica di come, forse, è andata realmente!
@Vince Symo --> I'm sorry, Santa Claus is a testimonial.
@Francesca --> io non penso che i bambini credano che Rapunzel esista. Forse sono strana io, ma non ci credevo, da piccola. Al massimo avevo paura dei mostri...
@Ford --> non vedo l'ora che sia la settimana prossima, venerdì alle 18.00. Ho bisogno di tregua.
Sister, sorry ma qui non ti sono d'aiuto: io non ho figli, come te.
RispondiEliminaNè nipoti, che mia sorella e mia cognata sono delle 25enni rampanti e se ne infischiano ancora di filiare.
Però io adoro le fiabe e ... adoro anche di più come ci si sente a crederci.
Quindi continuo a 'crederci'.
Fino a prova contraria.
E finora...il mio latte-e-biscotti non supera mai la notte, quindi.... ;P
(Però sei sempre un genio, ci tengo a dirtelo! )^_^
LUV
l'avevo capito eh.. :-)
RispondiEliminacomunque senti qua:
c'era una volta una tartaruga blu, di nome Domitilla (no comment please, la mamma voleva che avesse quel nome..) questa tartarughina era ghiotta di castagne, girovagava per il bosco cercando di scovarne in ogniddove la golosona..l'ultima castagna, la vide che cadeva con tutto il suo riccio, diretta nel laghetto. aihmè, la nostra capì subito che si trovava nell'impossibilità di prenderla, dato che non sapeva nuotare.. allora rimase sulla riva triste e sola guardando il riccio che galleggiava al centro dello specchio d'acqua.. dopo un po' di tempo passò di là lo scribacchino Antongiulio, un tuttologo di zona noto per i suoi consigli. Lei gli spiegò il problema e lui dopo qualche minuto di riflessione le disse: "ho quello che fa per te!!" e si allontanò.. dopo un paio d'ore, sempre più triste e sconsolata, Domitilla vide Antongiulio che tornava trionfante e disse di avere con se quanto promesso.
Si avvicinò baldanzoso alla piccola tartaruga e le disse: "ingoia questo e tuffati, vedrai riuscirai a restare a galla.." lei vide allora di cosa si trattava, era un pisello rosa shocking.. a dire il vero era scettica e riluttante, ma la voglia di raggiungere la castagna era così forte, che Domitilla ingoiò il pisello e si tuffò senza pensarci un attimo.. raggiunse nuotando come un razzo il centro del laghetto e tornò in men che non si dica a riva con il suo bottino. felice come una pasqua, sia per il trofeo che per aver provato l'ebbrezza di nuotare.. Solo dopo molto tempo seppe dallo scribacchino che quel pisello non possedeva alcun misterioso magico potere.. era solo che la sua forza di volontà aveva bisogno di essere aiutata e stimolata..Domitilla continuò a mangiare castagne e a nuotare e visse per sempre felice e.. blu! :-))
e.
Già sono choccato dalla rivelazione di Giulia riguardo Babbo Natale... eheheh... :P, ma con tutte 'ste storie "alternative" mi sento un attimino confuso... :D
RispondiEliminajulez, la tua storia secondo me è...moooolto bella e veritiera...non per altro per me QUESTO è natale: http://www.youtube.com/watch?v=fEAKmP7lehE (sono o non sono figlia del consumismo???)
RispondiElimina@vince..hai ragione.. ma lei provoca.. :))
RispondiEliminaDe Bbbouwlia è stata premiata! Bravonaaaaaa!
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