lunedì 9 agosto 2010
Giulia Passione: Il senso d'abbandono
Ciò che segue è in parte opera di fantasia in quanto, a differenza di Mr.Ford che ancora un pò si ricorda anche il parto, io non ricordo tantissimo degli avvenimenti di quando ero piccola. Ho più un ricordo sensoriale/emotivo. Dunque potrebbero essere sbagliati date, luoghi e motivazioni del viaggio. Ma io me li ricordo così, quindi sono i miei ricordi reali. Per me.
Tutto nasce nel lontano 1984 (e già questo vi dice tutto). In vacanza con mia mamma, mia zia e mio cugino a Venezia. Credo fossimo partite a causa di scaramucce tra mia madre e mio padre. Insomma io ero una bambina diciamo irrequieta, canterina, salterella... insomma una scassacazzi. Ad un certo punto mia madre, stufa di sentirsi chiedere per la 100milionesima volta di alzarmi per vedere l'acqua, mi molla su un ponticello. Ah beh, detta così sembra da Telefono Azzurro. In realtà si nasconde dietro ad un portico e mi tiene sott'occhio. Tant'è che quando io faccio per andare via con un signore simpatico con caramella mi riagguanta e sfancula il tizio.
Da qui nasce la mia paura dell'abbandono e il concedersi facilmente a chi mi offra caramelle (sottolineo caramelle, io gli uomini ricchi li schifo!).
Questa premessa era necessaria per le mie considerazioni di oggi.
Sabato mia madre è venuta a prendere Pandistelle e Moschettiere per portarli a Mole City dove staranno in villeggiatura per tre settimane (mentre io e Mr.Ford si fa all'ammmore plusieurs fois par jour e poi si va in Croazia dove si continua a fare alllll'ammore in croato nekoliko puta na dan).
Fin dalla sera prima sono stata presa da questa angoscia da distacco che ho sempre avuto da quando ero piccola (testimonianze raccolte dichiarano tutte che perdevo la voce ad ogni allontanamento dai miei genitori) e ho cominciato a pensare che mi mancheranno, che io mancherò a loro, che si sentiranno abbandonati, che non ci riconosceranno al ritorno etc etc.
Poi sono partiti e mi sono sentita sola.
E finalmente ho capito una cosa importante che, purtroppo nel momento del bisogno, non salta agli occhi con la chiarezza con cui la sento adesso e credo, con una certa dose di certezza, che questa consapevolezza sia applicabile anche a casi più intensi della separazione momentanea e per motivi di svago da Mia e Diego.
Ed è che quando rimango da sola, rispetto a persone (o animali) che amo, la ensazione di vuoto, di dispiacere (nei casi più estremi di dolore) che provo, ad un certo punto, lascia il posto alla libertà, seppur intervallata da ritorni di vuoto, dispiacere, dolore. Ed andando a ricordare i casi in cui sono stata lasciata ed ho sofferto, sono stata lontana da qualcuno e mi mancava etc., c'è sempre stato il momento in cui mi sono sentita libera.
Per fare un esempio ieri non mi sono dovuta alzare per buttare immediatamente il vasetto vuoto dello yogurt prima che uno di loro due se ne impossessasse per distruggerlo possibilmente sul mio cuscino. E in casi più antichi di separazioni più o meno consensuali da fidanzatini e vari, ho provato, nonostante l'inevitabile sofferenza, la stessa sensazione di leggerezza e di annullamento degli obblighi che ci si impone volenti o nolenti nella compenetrazione con l'altro (Ok questa sembrava uscita da Alberoni, ma che volete da me? Sto per andare in vacanza, sono cimita, non ho più idee, lasciatemi stare).
Arrivata a questo punto voglio dire a tutte le persone che amo e che si sentono sole, che è vero, in due (tre, quattordici, cinquantundici) si può stare bene e a volte si sta meglio. Ma anche che piuttosto che stare con qualcuno che non ci fa felici forse è meglio saper apprezzare il vasetto vuoto di yogurt sul mobile per un giorno intero o le full immersion di Desperate Housewives senza le interruzioni irritanti di un buzzurro ignorante in materia.
E, come scritto nella frase più sopra, alcune delle più incredibili storie d'amore che io conosca hanno avuto un protagonista solo. Ossia, impara a soddisfarti che non sempre ne avrai uno a tua disposizione!
So enjoy your free life, madame!
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Che strano pensare a un mio commento come a una crinolina!
RispondiEliminaSottoscrivo in pieno, da psicopatico che necessita del suo angolo fatto di esercizi, film e ritualità interiori che in alcuni momenti la libertà di lasciare quel vasetto può essere la cosa più bella del mondo.
Ma so anche - per esperienza a Bulilandia - che essere in due quando chi è al tuo fianco è chi vuoi che ci sia è di gran lunga migliore.
Detto questo, spegnamo tutto e partiamo, so già che i gattacci si divertiranno anche loro, in trasferta!
A parte divertirsi dai cuginetti, Mia e Ettore sono due squatter mentre Diego e Meggy sono due fighe di legno che hanno bisogno del loro spazio, bisogna dire che i due squatter sopra citati mi hanno già spaccato la lampada del comodino! Ebbene sì bimba mia quella della nonnaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhh! dopo anni di solitudine forzata e non, e più di un anno che convivo con le tre pesti e devo dire che nei due giorni che non ci sono stati, per quanto bene possa volerli, sono stata da DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! E se con la regina di Bulilandia vado abbastanza d'accordo è perchè siamo a km di distanza, se no sai quante me ne direbbe!!!!! Comunque beati voi che ve ne andate in trasferta e devo dire che sono anche gelosissima perchè andate con la Patty e il Tony. Buonissime vacanze, baci baci baci
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