So che è da una vita che non ci sentiamo, che ormai questo luogo è desolato, ma se non lo dico a voi a chi lo dico?
Dunque qualche anno fa ormai, non tantissimi, mi sono iscritta a un sito di scrittura e lettura gratuita, per leggere un libro di Paola Barbato, che, non trovando un editore interessato alla sua storia, l'aveva condivisa gratuitamente.
Nello stesso periodo avevo per gioco cominciato a scrivere una storia che tenevo ben nascosta (romanzo rosa... bleah, Harmony... stra bleah). Insomma mi vergognavo molto.
Però su Wattpad... insomma quello è un luogo dove alla gente le storie d'amore piacciono un sacco. Quindi ho condiviso la mia storia e da lì...
Insomma per farla breve.
Ho pubblicato un libro. E quel libro sta piacendo ed è nella classifica bestseller Amazon e niente.
E' questo qui:
Lo trovate su Amazon in ebook
Gratis per Kindle Unlimited
E in cartaceo un po' ovunque (online)
In copertina vedete le mani di Mr. Ford
E qui ci sono i miei social nuovi, su cui cerco di barcamenarmi perché sono un po' vecchia per capirli fino in fondo:
Instagram: biancaferrari_stories
FB: https://www.facebook.com/bianca.ferrari.94801
Scappo un po' rossa di vergogna...
Julez
Giulia Passione
mercoledì 3 aprile 2019
giovedì 21 dicembre 2017
I film in uscita - guest stars: Cannibal e Ford
Dopo quasi un anno di assenza dal blog, che probabilmente ormai langue nella blogosfera e non se lo incula più, giustamente, nessuno, ho ricevuto l'invito di Ford e Cannibal a presenziare alla loro rubrica settimanale di presentazione dei film in sala.
Ho cercato di essere all'altezza dei due eroi cinematografici, in ogni caso, se passate di qui, enjoy e perdonatemi per essere quasi sempre assente. Anche se presto potrei voler condividere con voi una novità dell'ultimo anno.
Julez
COCO
JuleZ: La Maionchi che doppia un cartone animati per
bambini è come Cannibal che viene a cena a casa nostra: un sacrilegio.
Come, James? Hai invitato Marco Goi per il cenone natalizio? Oh, CACTUS,
devo subito correre a fare la spesa: salmone
affumicato, gamberetti, salsa rosa, occorrente per le lasagne e... beh,
ovviamente la stricnina. Sarà semplice poi per lui, una volta spedito
nell’aldilà, vedere un’anteprima dell’ultimo film della Pixar,
ambientato nel mondo delle Calavera (Manny… awwwwww)
e dirci se vale la pena portarci i cuccioli nostri. Ovviamente sarà
nostra premura fare il contrario di quanto suggerisce lui!
Cannibal Kid: Guarda Julez, verrei a cena da voi
soltanto per farti una domanda. Perché hai deciso di rovinarti la vita
sposando Mr. Ford? Ti vuoi davvero così male?
E comunque van bene le lasagne e persino la stricnina, ma io il pesce e
le cose marine proprio non le mangio e potrei assaggiarle soltanto per
poter poi vomitare addosso al tuo maritino.
Riguardo a Coco, dopo il recente acquisto del mio blog da parte della
casa di Topolino, che prevede il cambio del nome dal 2018 in Pensieri
Disneyani, ho già recensito in anteprima il film e lo consiglio a tutti.
(In realtà non è vero e questo Pixar simil-Tim Burton non mi ispira
granché, ma non ditelo a Mickey Mouse che se no annulla l'acquisizione)
Ford: ma sul serio non mangi pesce? Quindi niente grigliate, niente sushi, niente di niente!? Sei più schizzinoso del Doc Manhattan!
Riguardo al film, che dire? Con le produzioni Pixar si va sempre sul
sicuro, e spero che l'ambientazione messicana da aldilà possa rendere in
tutte le sue potenzialità, e magari consegnare un altro piccolo cult di
fine anno, alla facciazza di Cannibal e di
Topolino.
THE GREATEST SHOWMAN
JuleZ: Cast all stars per un film sul fondatore del
Ringling Bros. e Barnum & Bailey Circus. Uno che sarà stato pure il
più grande showman (come Ford), ma che di sicuro non aveva occhio alcuno
per il marketing. Come cazzo si fa a chiamare
un circo con un nome così lungo, impronunciabile e che non rimane
assolutamente impresso? Cannibal, prima di morire, dai qualche dritta di
PR e SOCIAL MEDIA a questo tizio qua. Anzi, visto che è già bell’e
andato, aspetta di mangiare le lasagne.
Cannibal: Ford un grande showman???
Va bene l'amore, ma qui a parlare mi sa che è un inizio di demenza senile. D'altra parte, chi va con lo zoppo...
Io, ancora più dei pesci, odio il circo e quindi questo film musical non
parte con i miei massimi favori. Il fatto però che le canzoni siano
state composte dagli autori di quelle di La La Land e il cast, a parte
Wolverine, mi ispira parecchio, potrebbe renderlo
il più grande spettacolo di questo Natale. Giusto dopo le classifiche
di fine anno di Pensieri Cannibali.
Ford: il fascino del circo è indiscutibile, a
prescindere dal fatto che io possa oppure no essere uno showman. Peccato
che non si possa dire lo stesso di questo film che pare davvero troppo
patinato e troppo da pubblico occasionale, tanto
da farmi quasi apparire più radical di Cannibal. Ma no. Questo è
impossibile.
WONDER
JuleZ 1: che DUE COGLIONI, il solito film americano
strappalacrime su un bambino disabile che deve affrontare la vita
scolastica che, diamocelo, è dura anche se hai solo i polpacci grossi,
figurati il volto sfigurato. Credo che Cannibal
andrà a vederlo da solo, al cinema, piangendo per il se stesso
ragazzino bullizzato.
JuleZ 2 (quella seria): pensavo proprio oggi,
guardando il trailer, che spero che un giorno i miei figli saranno in
grado di vedere l’animo di una persona senza badare all’aspetto, che si
schierino di fianco a chi è bello dentro, non sentendo
la necessità di omologarsi alla triste superficialità dell’adolescenza
(e non solo). Ma comunque questo film spaccamaroni non lo guarderò mai.
Perché si può parlare di queste cose senza per forza puntare alla
lacrima facile.
Cannibal: Un film che mi ispira abbastanza, visto
che potrebbe rappresentare una versione odierna di Dietro la maschera,
la pellicola con Cher parecchio apprezzata pure da Ford, che quindi sarà
in prima fila al cinema a piangere insieme
a me. Anche perché lui, a sentire le parole con cui racconta i suoi
traumi anni '90, da ragazzino è stato bullizzato ben più di me.
Hey JuleZ, ma com'è che conosco tuo marito meglio di te? Questa cosa è mooolto preoccupante.
Ford: per ricordarmi di Dietro la maschera ho dovuto
rispolverare il vecchio post, ma effettivamente l'avevo gradito
abbastanza. Peccato che questo Wonder paia invece la classica robetta
retorica buona per inaugurare la strada agli Oscar
che da Natale porta direttamente alla notte più importante del Cinema
ad ampio raggio. La voglia di vederlo è più o meno la stessa di scoprire
di andare d'accordo con Cannibal.
FERDINAND
JuleZ: la storia di uno con le corna e un animo
sensibile? Cannibal, è pronto in tavola. Ah, il toro è doppiato da John
Cena? Ford, è pronto anche per te!
Cannibal: JuleZ con la Z, per caso hai seguito lo
stesso corso di umorismo di Enrico Brignano che ha fatto anche Ford? E
ti hanno pure bocciata?
E in ogni caso hai poco da stare allegra, visto che i Fordini e
soprattutto Ford ti trascineranno a forza a vedere questa porcheruola
animata che pare sia ancora più buonista delle storielle Disney.
(Mickey, fai conto di non aver mai letto quest'ultima frase, per favore!)
Ford: Con John Cena doppiatore e il Blu Sky Studio
di Rio al lavoro io e i Fordini non possiamo che caldeggiare la visione,
ovviamente in versione originale. E Cannibal, pensa che io sono
addirittura più simpatico!
DICKENS – L’UOMO CHE INVENTÒ IL NATALE
JuleZ: Cit. Wikipedia: “Nell’ottobre del
millequandovuoi, Ford e Cannibal soffrivano del fallimento dei loro
ultimi tre libri. Rifiutati dagli editori, in sei settimane di
ispirazione si avvianno a scrivere e autoprodurre un libro che speravano
avrebbe tenuto a galla la famiglia Ford e rilanciato la carriera di
Cannibal: Un blog per due, Christmas Edition”
Cannibal: Un'idea del genere potrebbe portare alla
fine prematura della mia carriera (che comunque chi l'ha detto che ha
bisogno di un rilancio?), ma anche all'annegamento totale della famiglia
Ford. Quindi, anche se mi spiace parecchio
per i fordini, un pochino per JuleZ e per niente per Ford, direi che si
può fare!
Ford: sarebbe un'idea quantomeno pericolosa. Anche
perchè dovesse rivelarsi azzeccata, come faremmo a superare il trauma io
e il Cucciolo Eroico!?
NAPOLI VELATA
JuleZ: Cannibal, ho una buona e una cattiva notizia
per te: quella buona è che ti sollevo dall’incombenza di vedere questa
“cagata pazzesca” che mi ha fatto cascare i coglioni dalle prime righe
della trama. Quella cattiva è che il motivo
per cui non vedrai questo film è che, nelle lasagne che hai appena
mangiato c’era la stricnina.
Cannibal: JuleZ, ho una buona e una cattiva notizia
per te. Quella buona è che un film di Özpetek, per di più con due ottimi
attori come Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi, me lo guardo
volentieri. Ma questa forse è più una buona notizia
per me.
Quella cattiva è che ho fatto cambio di piatti con Ford, e quindi le
lasagne avvelenate sono toccate a lui. Ma questa in fin dei conti è
un'ottima notizia per te, ammettilo! ;)
Ford: il fatto che il film sia di Ozpetek non mi
pare tutta questa gran garanzia, e mentre del cast salverei giusto
Alessandro Borghi, giro al largo e se devo considerare Napoli, penso
solo a Gomorra.
COME UN GATTO IN TANGENZIALE
JuleZ: Esattamente. È così che ci si sente, quando
si sta per morire, come te, Cannibal: come un gatto in tangenziale. O
come un’attrice della madonna come Paola Cortellesi imbrattata come
neanche il peggior Ford tatuato, in un film dal
titolo orripilante. O come Amendola con la parrucca bionda. O come
Antonio Albanese con la ventiquattr’ore.
Cannibal: Io pensavo che Ford mi odiasse, ma in
famiglia quella che mi detesta in realtà mi sa che sei tu. La mia
intenzione era quella di fare un post amichevole per Natale, in cui ci
si scambiava tenerezze e auguri, invece tu JuleZ l'unica
cosa che mi stai augurando è la morte. Morte con sofferenza.
Certo che si vede proprio che sei sposata con James Ford: dire che la
Cortellesi è un'attrice della Madonna, quando se la cava appena, è una
di quelle sparate degne di tuo marito.
Ford: come un gatto in tangenziale si sarà sentito
Manhattan settimana scorsa, perdendosi tra l'altro un botta e risposta
come questo all'interno della rubrica. Per fortuna che i Ford non si
tirano mai indietro!
50 PRIMAVERE
JuleZ: Lo sapevo, Ford, lo sapevo che tra te e
Cannibal c’era una tresca. Sarà la crisi di mezza età, sarà che non mi
depilo dal giorno del nostro matrimonio, sarà che tra un po’ compio
cinquanta primavere, ma lo sapevo che tra voi due non
c’era rancore, odio e competizione. Voi due vi amate. Ecco perché al
posto della stricnina hai comprato il sale fino.
Basta! Chiedo il divorzio. Perché delle lasagne così buone, rovinate
dall’eccesso di sale, sono un affronto che non posso tollerare.
Cannibal: Ah, ecco spiegato il motivo di tanto odio
nei miei confronti. Ti posso però rassicurare JuleZ sul fatto che tra me
e Ford non ci sarà mai niente di romantico, e manco di bromantico. Non è
il mio tipo e io non sono il suo. La richiesta
di divorzio mi sembra comunque la cosa più sensata, anzi l'unica cosa
sensata, che hai detto nel corso dell'intero post. Solo che la causa non
sono io, ma un altro uomo... Non hai davvero mai notato un certo
Sylvester Stallone sgattaiolare via da casa vostra
in piena notte?
Ford: neanche troppo caro Cannibal, a dire il vero
Stallone viene solo ad allenarsi con me, perchè io nascondo al mondo una
tresca con The Rock, che è più vicino alla mia età. Strano che proprio
tu non sia al corrente di questi gossip sul
mio conto!
venerdì 31 marzo 2017
Rebecca Demetra's first year
Buon compleanno Scricciolo, Culo Dritto,
sette kg appena raggiunti di ricciolini matti, sopracciglia aggrottate, urla imperative e risate matte quando ti fa ridere AleLeo. Di facce strofinate l'una contro l'altra, di testa sulla spalla, di sguardi e abbracci in questa esatta sequenza, di fasce e marsupi, di alto contatto ma non troppo, proprio come i gatti, di levatacce e esasperazione, di gambe che non stanno mai mai mai mai mai ferme, soprattutto quando dovrebbero starci, di sorrisi sghembi e preziosi, di Planetes, i fumetti di papà, presi e scopertinati ogni momento del giorno, di capriccetti, di corse verso tuo papà come se fosse l'aria che respiri, di amore e ammirazione per AleLeo (ma anche di "tieni le mani al tuo posto che non ho voglia di essere toccata"), di ciao ciao ciao, di primi tentennanti passi, di piedi che non vogliono le scarpe, di pranzi e cene che sono un tormento per la mia schiena ogni istante piegata per raccogliere oggetti, cibo, stoviglie, tutti lanciati con molto impegno, di balletti entusiasti sulle canzoni di Oceania, di dita negli occhi dei tuoi compagni all'asilo, di passaggi di soprannome da principessa (che detestavo, ma bella e delicata come sei a chi non ti conosce veniva spontaneo) a monella (molto più figo, no?).
Un anno di ricordi, primi bagnetti al mare, prime (e seconde e terze e quarte e quinte) influenze, primi assaggi, primi baci, primi tentativi molto chiari di indipendenza.
Sai Becca, con te ho avuto una maternità più di contatto, tra l'uso della fascia e l'allattamento anche notturno e un pochino più prolungato che con tuo fratello eppure quel legame simbiotico che ho avuto con lui è durato davvero poco e non sai quanto "egoisticamente" mi manchi, nonostante sia molto fiera di te e della curiosità verso il mondo che non sono più solo io, dell'amore che provi per gli uomini di casa e della non necessità che hai della mia presenza.
Mi sento un pò malinconica se ripenso a quei primissimi giorni in ospedale quando eravamo sempre sole, in una stanza senza compagne, con papà che doveva stare tanto con AleLeo. E' stato stupendo conoscerti piano piano, vederti aprire gli occhi per la prima volta, di notte, solo io e te. Attaccarti al seno con serenità (fino all'ittero, maledetto ittero), scoprire ogni tua piega, ogni tua micro ciccetta, ogni tuo dito.
Che poi se ti dico che ti amo sembro stucchevole e considerato quante volte mi fai perdere le staffe chissà se ci crederesti. Però sai, amore mio, io credo che se mi viene da commuovermi ripensando ad ogni tua caratteristica, al tuo neo sullo zigomo sinistro, al piccolo schiarimento della pelle sul ginocchio, al colore caleidoscopico dei tuoi occhi, ai tuoi due dentini sotto e a quello sopra che sta per uscire, al tuo modo di fare la linguaccia, al tuo mammammamma, ai tuoi piedini e alle tue manine, ai vestiti tre/sei mesi che ancora ti vanno. Ecco, se mi commuovo pensandoti, mi sa proprio che è perchè ti amo.
Se no non si spiega.
Come non si spiega come mai quando non riesco a farti addormentare per due ore di notte e sveglio tuo padre per darmi il cambio rimango sveglia a letto aspettando di sentire che finalmente sei rilassata e non piangi più (nel frattempo ovviamente elencando tutti i motivi per cui sono una pessima madre, ca va sans dire).
E quindi te lo dico.
Sono la tua melensa, stucchevole, poco originale madre.
E ti amo
La mamma
Pescetti:
2017,
allattamento,
amore eterno,
auguri,
bambini,
casa Ford,
compleanno,
culo dritto,
famiglia,
rebecca,
Rebecca Demetra,
ricordi,
romanticismo
martedì 17 gennaio 2017
4 ANNI - ALELEO
Buon compleanno, amore mio, gorilla Van Gogh,
quattro anni sono passati in un lampo dal 17 gennaio 2013.
Quando sei nato eri uno scricciolo di meno di tre chili per
cinquanta centimetri eppure hai preso tutto lo spazio esistente nelle nostre
vite. Con quella manina che mi ha stretto l’indice per tutta la notte da allora
fino a qualche mese fa per addormentarti. Adesso sei un bimbo grande e come
tale ti accontenti che appoggi il piede vicino al tuo perché capisci che devo
tenere in braccio la tua sorellina così vi addormentate insieme, legati dai
miei arti che fanno passare i sogni dall’uno all’altra.
Che dire? Sei un bambino amabilissimo, logorroico ogni
tanto, sorridente sempre, comprensivo, dolce, con una carica emotiva fortissima
che esplode in balletti incontrollati o in liberatori urli animaleschi.
Proprio gli animali sono la tua più grande passione. Ne
possiedi centinaia, di ogni tipo e di molti hai voluto imparare il nome in
inglese tanto da inventare assurde frasi mezze in italiano e mezze in inglese
che mandano in confusione i nonni quando cercano di capire di cosa tu stia
parlando al telefono la sera quando li senti. Ti piace cantare, guardare i
cartoni animati (sempre sempre gli stessi, con grandi discussioni quando ti
propongo qualcosa di nuovo), farti leggere i libri o cercare di leggerli tu
approfittando del fatto che hai una buona memoria, abbracciare papà, farci la
lotta, saltargli sopra e in generale approfittare della sua bontà. Ti piacciono
i tuoi nonni, il tuo neonato cuginetto Pietruzzo che hai visto solo due volte
ma ritorna spesso nei tuoi discorsi, far ridere tua sorella facendo il matto, i
baci di mamma e la ninna-nanna che chiedi solo ogni tanto.
Hai dei capelli lisci lisci e matti matti allo stesso tempo,
un sorriso contagioso, delle bellissime manine, sei magrolino “ma sono forte
io”, occhi enormi e ciglia chilometriche che tua sorella ti invidierà da matti.
Dolce amore, quando ti guardo e mi rivedo così tanto, nei
lineamenti e nei colori, nel modo di prendere la penna in mano, nel mignolo del
piede che non si muove insieme alle altre dita, nel sudorino sopra il labbro,
nel modo che hai di cantare per strada e di parlare in continuazione,
nell’ostinazione a ripetere la stessa domanda finchè non ti si risponde, nelle
stizze da “non vi sopporto più”, nel desiderio di far ridere, nell’empatia che
ti spinge a domandare alle persone “sei arrabbiato? Sei triste?”, nella
dolcezza che ti fa chiedere le coccole, a volte mi chiedo se soffrirai in
questo mondo che in generale non merita tutta la tua grande bellezza, vorrei
per te una vita che non interrompa mai il tuo prezioso sorriso, che non spenga
mai quella brillante luce nei tuoi occhi che seppur quasi neri riescono ad
essere più luminosi di qualsiasi altro sguardo abbia mai incontrato, che non
turbi mai la tua felicità, che non corroda la tua fiducia nelle persone, che
non sporchi il tuo animo puro.
Sai dolce cuore mio, a volte vorrei poterti trattare come un
bimbo piccolo invece di insegnarti ad essere un bimbo grande, fare la mamma non
è facile neanche se si ha un figlio dolcissimo e sereno come te.
Però oggi non voglio pensare a quando sarai adolescente e mi
rinfaccerai ogni errore che ho fatto e farò con te, oggi voglio godermi la tua
felicità quando verremo a prenderti all’asilo e ti porteremo a comprare un
nuovo animaletto nel negozio dei giochi, a mangiare il gelato al cioccolato che
ti piace tanto e ti daremo il Duplo Viaggio intorno al mondo che avevi chiesto
a Babbo Natale e che tanto ti ha deluso non aver ricevuto. E faremo scegliere a
te il menu della cena e se cenare a casa o fuori.
Voglio vederti urlare dall’emozione, gioire in maniera
scomposta e ridere come un bimbo.
E tenerti dentro di me ancora un pochino, ancora un giorno,
e un giorno ancora.
Ti amo tanto bellissimo AleLeo
La mamma
domenica 1 gennaio 2017
Culodritto - 9 mesi
Ciao Culodritto,
proprio stanotte, la notte in cui arriva il nuovo anno, sono passati nove mesi da quando sei nata, e ora sei ufficialmente più del mondo che mia.
A volte penso che tu sia una bimba difficile, ma non è vero, è solo che sei già. Sei te stessa, senza compiacere nessuno, senza quasi aver bisogno di me, di noi, senza sorridere per farci sorridere. A volte mi dimentico che è più giusto così e che in realtà è proprio quello che sogno ed ho sempre sognato per te.
Essere donne in questo mondo non è facile, anche la tua famiglia, che di sicuro ha un'idea ferma e sicura di cosa sia l'uguaglianza, a volte cade negli stereotipi tipici del sessismo. Come quando papà proclama che picchierà tutti i tuoi fidanzati, come quando i nonni dicono ad AleLeo che deve proteggerti, come quando le maestre dell'asilo ti chiamano Princi o come quando io ti compro dei vestiti rosa perchè proprio non posso farne a meno.
E tu sei già così forte e volitiva che, anche se relazionarmi con te a volte mi viene più difficile perchè non hai bisogno di me, il mio sguardo su di te è pieno di orgoglio. Sono fiera di te, mia piccola guerriera, che sai sorridere in quel tuo modo storto e buffo, che sai guardare con "occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti", che sai scacciare i bimbi che ti vogliono toccare ma che riservi la tua risata migliore per quel fratello casinista che fa il buffone pur di provocare quel suono cristallino. Che sai già chiedere le attenzioni ma non ti sdilinquisci per baci e abbracci, che mangi come un piccolo bove ma hai appena superato i 6 kg, che non stai mai ferma, MAI, che gattoni già da un pezzo e che ti aggrappi a qualsiasi cosa pur di stare in piedi, che balli piegando e stendendo le ginocchia, anche quando sei nel seggiolino, tenendo il tempo con il piede.
Che guardi tuo padre con un amore che gli invidio meschinamente, che guardi tuo fratello con un sorriso che gli invidio meschinamente, che a me che ti tengo in braccio non mi guardi mai perchè vuoi girarti verso il mondo.
Vai Culodritto, vai e sii felice, vola, vola tu, dov' io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare...
Quando vorrai io sarò comunque qui ad ammirare la tua forza e il tuo coraggio, a guardarti spaccare il mondo con una sola alzata di sopracciglio, a sperare per te ogni cosa bella, a parlare con te di ogni libro che ti è piaciuto o di ogni ragazzo che ti ha guardato, a dirti di non nascondere la tua bellezza, di non temerla, a suggerirti di viaggiare, di conoscere il mondo che anche se fa schifo a volte, sa essere più inaspettato e incredibile di quanto ci aspettiamo.
Scusa se non sono forte e sicura quanto dovrei. Magari me lo saprai insegnare tu, che ne dici, ragazza magica?
Ti amo da morire
La tua mamma
venerdì 15 luglio 2016
La haine
Che l'orrore possa non spegnere mai i vostri sorrisi e turbare i vostri sonni. Che la follia che sta schiacciando i nostri cuori possa terminare prima che dobbiate muovere i primi passi da soli in questo mondo che oggi, una volta ancora, assomiglia più ad un terribile videogioco di morte che alla realtà che noi genitori sogniamo per voi.
Che io possa essere in grado di proteggervi dalla crudeltà e dall'odio, sia di quelli che compiono queste vomitevoli azioni, sia di coloro che approfitteranno per aggiungere ignoranza e odio a quanto già presente negli atti ignomignosi che oggi hanno colpito Nizza. Stanotte non dormirò tranquilla sapendo di avervi messi al mondo in un periodo così buio.
Vi amo
La Mamma
martedì 17 maggio 2016
Rebecca Demetra
Essere mamma una seconda volta...
Se ci penso che quattro anni fa sembrava un sogno proibito. E invece eccoci qui, tu nella cullina a fare la nanna e tuo fratello davanti a Masha e Orso con tosse e raffreddore. E io a ritagliarmi questi minuti per ripercorrere la strada che ci ha portati a te.
Mi ricordo che da subito ho pensato che fossi femmina. I sintomi erano molto diversi da quelli che avevo avuto con AleLeo (per il quale sentivo che fosse maschio dall'inizio) e poi non so. Ogni volta che dicevo "il bimbo" dentro di me sorgeva spontanea una domanda: "Perchè parlo al maschile?".
Ricordo anche che il primo nome che ho pensato per te era Diletta, la figlia tanto desiderata. Poi abbiamo cambiato idea. Dovevi essere solo Demetra ad un certo punto, ma un'eco in 3D ha rivelato una sirenetta sorridente e quel nome così importante e adulto non somigliava a quell'immagine sbarazzina. (Avessi saputo che saresti somigliata ad una nonnina appena nata...)
Ricordo quel week end romantico con papà e i giochi che ci hanno portati a scegliere il tuo nome. Dalla lista iniziale abbiamo tolto due nomi a testa, poi salvati due nomi a testa e così via fino ad arrivare a cinque. A quei cinque (Olivia, Morgana, Sveva, Rebecca, Demetra) abbiamo dato un punteggio da uno a cinque per il significato, il suono con il cognome, il diminutivo (Becca come la figlia di Hank Moody), il carattere che rispecchiava secondo noi e il gusto personale. Non c'è stata gara e tu hai cominciato a rispondere in maniera chiarissima ad ogni nostro richiamo con quello che sarebbe stato il tuo nome definitivo.
Ricordo una gravidanza abbastanza faticosa, tra il solito diabete gestazionale, la sciatica, la pubalgia, le contrazioni e soprattutto il maledetto odioso reflusso che mi ha condannato ad un ultimo mese terribile.
E poi soprattutto i tuoi movimenti, percepiti così presto, non mi hanno mai abbandonata, forti e costanti. Il singhiozzo della sera che hai tuttora anche fuori dalla mia pancia. Quanta voglia avevo di conoscerti e di vederti. L'idea che potessi o no assomigliare a tuo fratello aumentava la mia curiosità.
E dopo tutto il tempo passato a viverci da dentro, è finalmente arrivato il momento di dare sfogo ai sensi in attesa.
Sei nata dopo un travaglio tutto sommato veloce, due ore di contrazioni relativamente sopportabili in cui la mamma ha fatto la buffona come suo solito, un'ora più complessa al termine della quale ho avuto davvero paura di non essere abbastanza forte da darti alla luce e poi, grazie all'ostetrica Ida, che non ha permesso ai miei timori di realizzarsi e a me di crollare (e alle mani di papà che si sono lasciate torturare volentieri dalle mie) dopo tre spinte la tua testa è uscita da me, rimanendo impegnata per qualche secondo, donandoti un colorito cianotico che ha tanto spaventato tuo padre.
Poi sei venuta alla luce.
E hai pianto. Terrorizzandomi.
Quando è nato tuo fratello aveva gli occhi aperti spalancati e mi guardava. Non ha fatto un fiato. Ed è stato un neonato gestibile e tranquillo.
Tu sei nata con gli occhi chiusi, il viso incazzato e urla belluine (le stesse che ho prodotto io durante la fase finale del parto). Ho pensato "non dormirò mai più" . Invece poi abbiamo fatto conoscenza e ti sei rivelata persino più serena del tuo fratellino. Due ore pelle a pelle, con te che scoprivi il mio odore e la mia consistenza e io che studiavo i tuoi lineamenti e godevo del tuo calore.
Quando è arrivata l'ora di uscire dalla sala parto abbiamo chiesto di aspettare l'arrivo di AleLeo che nonna Tony era andata a prendere. Ci tenevo che loro due ci fossero a vederti. Credo che saranno senza dubbio tra le persone più importanti della tua vita. Ma non mi aspettavo che le infermiere (complice il fatto che non c'era altra partoriente) facessero entrare il tuo fratellino che ci è corso incontro nel corridoio sbatacchiando un mazzo di fiori a gambo lungo che non sono arrivati proprio integri all'incontro con me, che sono stata subito sgridata per averlo preso in braccio (pare che si possa svenire dopo aver partorito... hhihihih).
Siamo usciti così a farci conoscere dal mondo, come una famiglia. Noi quattro.
E una volta arrivati in camera sei stata buonissima e hai riposato dandomi il tempo di coccolare il tuo fratellino e leggergli il libro che "tu gli hai regalato".
Il tuo fratellino che ora ti da il ciuccio quando piangi, che mi chiede di dirti di guardarlo, che vuole sapere quando sarai abbastanza grande per giocare con lui, che è curioso di vedere la tua cacca, che ti apostrofa con "non si sente niente!" quando piangi troppo forte, che mi esorta a darti "la puppa" per calmarti, che dice di te "la mia sorellina" e che ti sussurra "ti amo tanto Rebecca".
E' già passato un mese e mezzo ormai e tu non arrivi ancora a 4 kg, ma già il tempo mi sfugge di mano, so che domani sarai grande e adolescente e discuteremo a lungo e così cerco di godermi ogni istante con te.
Sarà un'avventura crescere insieme ed io non vedo l'ora di viverne ogni momento.
Non so se sarò costante nello scrivere di te, ma so che sarò costante nell'amarti, nel baciarti (finchè mi sarà consentito), nell'annusarti e nel conoscerti.
Spero di essere la mamma che meriti.
Grazie per averci scelti.
Con amore
Mamma
Se ci penso che quattro anni fa sembrava un sogno proibito. E invece eccoci qui, tu nella cullina a fare la nanna e tuo fratello davanti a Masha e Orso con tosse e raffreddore. E io a ritagliarmi questi minuti per ripercorrere la strada che ci ha portati a te.
Mi ricordo che da subito ho pensato che fossi femmina. I sintomi erano molto diversi da quelli che avevo avuto con AleLeo (per il quale sentivo che fosse maschio dall'inizio) e poi non so. Ogni volta che dicevo "il bimbo" dentro di me sorgeva spontanea una domanda: "Perchè parlo al maschile?".
Ricordo anche che il primo nome che ho pensato per te era Diletta, la figlia tanto desiderata. Poi abbiamo cambiato idea. Dovevi essere solo Demetra ad un certo punto, ma un'eco in 3D ha rivelato una sirenetta sorridente e quel nome così importante e adulto non somigliava a quell'immagine sbarazzina. (Avessi saputo che saresti somigliata ad una nonnina appena nata...)
Ricordo quel week end romantico con papà e i giochi che ci hanno portati a scegliere il tuo nome. Dalla lista iniziale abbiamo tolto due nomi a testa, poi salvati due nomi a testa e così via fino ad arrivare a cinque. A quei cinque (Olivia, Morgana, Sveva, Rebecca, Demetra) abbiamo dato un punteggio da uno a cinque per il significato, il suono con il cognome, il diminutivo (Becca come la figlia di Hank Moody), il carattere che rispecchiava secondo noi e il gusto personale. Non c'è stata gara e tu hai cominciato a rispondere in maniera chiarissima ad ogni nostro richiamo con quello che sarebbe stato il tuo nome definitivo.
Ricordo una gravidanza abbastanza faticosa, tra il solito diabete gestazionale, la sciatica, la pubalgia, le contrazioni e soprattutto il maledetto odioso reflusso che mi ha condannato ad un ultimo mese terribile.
E poi soprattutto i tuoi movimenti, percepiti così presto, non mi hanno mai abbandonata, forti e costanti. Il singhiozzo della sera che hai tuttora anche fuori dalla mia pancia. Quanta voglia avevo di conoscerti e di vederti. L'idea che potessi o no assomigliare a tuo fratello aumentava la mia curiosità.
E dopo tutto il tempo passato a viverci da dentro, è finalmente arrivato il momento di dare sfogo ai sensi in attesa.
Sei nata dopo un travaglio tutto sommato veloce, due ore di contrazioni relativamente sopportabili in cui la mamma ha fatto la buffona come suo solito, un'ora più complessa al termine della quale ho avuto davvero paura di non essere abbastanza forte da darti alla luce e poi, grazie all'ostetrica Ida, che non ha permesso ai miei timori di realizzarsi e a me di crollare (e alle mani di papà che si sono lasciate torturare volentieri dalle mie) dopo tre spinte la tua testa è uscita da me, rimanendo impegnata per qualche secondo, donandoti un colorito cianotico che ha tanto spaventato tuo padre.
Poi sei venuta alla luce.
E hai pianto. Terrorizzandomi.
Quando è nato tuo fratello aveva gli occhi aperti spalancati e mi guardava. Non ha fatto un fiato. Ed è stato un neonato gestibile e tranquillo.
Tu sei nata con gli occhi chiusi, il viso incazzato e urla belluine (le stesse che ho prodotto io durante la fase finale del parto). Ho pensato "non dormirò mai più" . Invece poi abbiamo fatto conoscenza e ti sei rivelata persino più serena del tuo fratellino. Due ore pelle a pelle, con te che scoprivi il mio odore e la mia consistenza e io che studiavo i tuoi lineamenti e godevo del tuo calore.
Quando è arrivata l'ora di uscire dalla sala parto abbiamo chiesto di aspettare l'arrivo di AleLeo che nonna Tony era andata a prendere. Ci tenevo che loro due ci fossero a vederti. Credo che saranno senza dubbio tra le persone più importanti della tua vita. Ma non mi aspettavo che le infermiere (complice il fatto che non c'era altra partoriente) facessero entrare il tuo fratellino che ci è corso incontro nel corridoio sbatacchiando un mazzo di fiori a gambo lungo che non sono arrivati proprio integri all'incontro con me, che sono stata subito sgridata per averlo preso in braccio (pare che si possa svenire dopo aver partorito... hhihihih).
Siamo usciti così a farci conoscere dal mondo, come una famiglia. Noi quattro.
E una volta arrivati in camera sei stata buonissima e hai riposato dandomi il tempo di coccolare il tuo fratellino e leggergli il libro che "tu gli hai regalato".
Il tuo fratellino che ora ti da il ciuccio quando piangi, che mi chiede di dirti di guardarlo, che vuole sapere quando sarai abbastanza grande per giocare con lui, che è curioso di vedere la tua cacca, che ti apostrofa con "non si sente niente!" quando piangi troppo forte, che mi esorta a darti "la puppa" per calmarti, che dice di te "la mia sorellina" e che ti sussurra "ti amo tanto Rebecca".
E' già passato un mese e mezzo ormai e tu non arrivi ancora a 4 kg, ma già il tempo mi sfugge di mano, so che domani sarai grande e adolescente e discuteremo a lungo e così cerco di godermi ogni istante con te.
Sarà un'avventura crescere insieme ed io non vedo l'ora di viverne ogni momento.
Non so se sarò costante nello scrivere di te, ma so che sarò costante nell'amarti, nel baciarti (finchè mi sarà consentito), nell'annusarti e nel conoscerti.
Spero di essere la mamma che meriti.
Grazie per averci scelti.
Con amore
Mamma
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